È nata una nuova opera per la promozione del territorio leontino, voluta e promossa dalla coop Badia Lost & Found, sostenuta dal Comune di Lentini, dalle aziende Decor Center Vacante, per la fornitura di tutto il materiale pittorico utile al rivestimento dei complessivi 285 mq, e l’azienda Oranfrizer, grazie alla quale è stata possibile la trasferta dell’artista in Sicilia.
Un progetto che ha visto una forte sinergia con le realtà associative del territorio: la Pro Loco Lentini, l’Associazione Culturale Melograno, l’A.N.C. sezione di Lentini, con il patrocinio di INWARD osservatorio nazionale creatività urbana.
L’artista in residenza stavolta è Mauro Patta, muralista sardo di Atzara, 35 anni, a metà tra il muralismo classico sardo e la street art contemporanea, appassionato di tradizioni e folklore popolare, induce a stimolare i ricordi degli anziani e a far riscoprire le proprie radici ai giovani, permettendo loro di conoscere la storia e le tradizioni della propria terra. È il caso di un’artista coerente con la filosofia del “Lost & Found” , per la consegna di un bagaglio culturale e iconografico a lungo smarrito.
L’opera prende vita sui tre piani di due prospetti, rispettivamente uno cieco ed uno finestrato, del plesso scolastico dell’ex monastero di Lentini, nel quartiere Badia. Uno spazio vitale non solo per la vita culturale delle associazioni summenzionate, ma per tutta la città e i suoi visitatori, data l’altezza e l’ampiezza dell’opera.
Strutturata come un dittico, la pittura vuole sia ricordare che commemorare l’operato agrumicolo che ha avuto e che continua a detenere il territorio leontino e che vuole continuare ad essere risorsa preziosa per il territorio in quanto uno dei prodotti d’eccellenza nel campo agro-alimentare, un vanto per la Sicilia e per i suoi abitanti.
Nella facciata di sinistra si trovano i riferimenti alle maioliche siciliane, un patchwork di decori in filigrana verde sulle quali emergono arance e foglie, in quella di destra una giovane contadina, vestita con abiti tipici della tradizione siciliana, coronata da una sezione di un’arancia varietà “moro”, eccellenza a pigmentazione rossa, tipica allegoria della salute e della battaglia di prevenzione al tumore; non è un caso che la residenza d’artista e il completamento dell’opera coincida con il mese di ottobre, mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno.
La parte centrale è quella figurativa, occupata dalla donna che, come una Dea Madre, raccoglie metaforicamente nelle sue vesti la prosperità della terra, quelle dei campi leontini, oggi piana di Catania, da secoli “fecondata” dalle ceneri laviche; ricorre quindi una doppia analogia: la femminilità dell’Etna con la figura della donna e la polpa rossa dell’arancia con la lava vulcanica. L’affaccio a nord dell’opera del maestro Patta non è casuale ma determina il titolo scelto dall’artista: “Ethnika”, dal greco ethnikós “popolo” ovvero “fusione di elementi diversi”, da cui proprio il topos Etna.
IL MUSEO
(POLO DEL CONTEMPORANEO DAL 2016)
Nel cuore storico di Lentini, gli spazi del settecentesco Palazzo Beneventano, ospitano il polo d’arte contemporanea che trae il proprio nome dall’edificio che lo ospita, il Palazzo Beneventano, nell’area del quartiere Badia, in cui sorgeva l’antico Monastero delle clarisse e dove oggi insiste la Chiesa della Santissima Trinità e San Marziano.
Dell’antico complesso architettonico del palazzo Beneventano, rimangono oggi solo degli spazi vuoti, dai bassi al piano nobile, privi di ogni arredo e suppellettili, a seguito di innumerevoli depredazioni verificate negli anni dell’abbandono della struttura.
Le ampie sale vuote, lontane ormai dall’antico utilizzo, rappresentano lo spazio ideale per il museo d’arte contemporanea che, come in una tela bianca, assume di volta in volta un nuovo aspetto, garantendo ai visitatori una visita sempre inedita.
Dal 2016 grazie al recupero sia strutturale che culturale da parte degli operatori di Badia Lost & Found, lo spazio museale ha ospitato attraverso esposizioni di natura temporanea, numerose mostre ed artisti di spessore nazionale ed internazionale, quali:
Domenico Pellegrino, Fabio Modica, Momò, Calascibetta, Stefano Maria Girardi, Gesualdo Prestipino, Benedetto Poma, Alessandro La Motta, Gianni Andolina, Angelo Barile, Loredana Catania, Easy Pop, Max Ferrigno, Stefano Gentile, Hackatao, Marina Mancuso, Paolo Marchesini, Giancarlo Montuschi, Neirus, PAO, Nina For The Dogs, Massimo Sirelli, Gianni Andolina, Doris Bouffard, Johanne Ricard, Marta Lorenzon, Antonio Sciacca, Onofrio La Leggia, Giuseppe Bombaci, Cristina Costanzo, Alessandro Costagliola, Federica Orsini, Salvo Muscarà, Roberto Collodoro, Giovanna Pistone, Nicola Alessandrini, Antonio Barbagallo, Agnes Cecile, Doriana Pagani, Ludovico Costa, Gianluca Militello, Corrado Inturri, Giuseppe Gusinu, Lorena Fisicaro, Alice Loma, Anastasia Pignatello e molti altri.
Il museo è il testimone di una rigenerazione di spazi pubblici che ha reso il territorio orientale della Sicilia un crocevia di tutte le arti contemporanee, rivolto a studiare e documentare il passato attraverso la sensibilità e i linguaggi contemporanei: “LOST & FOUND”
IL PALAZZO BENEVENTANO DI LENTINI
(dal 1976 Palazzo Comunale, dal 2016 Polo Culturale e Luogo delle Arti Contemporanee)
L’edificio è fra i più importanti monumenti della Città di Lentini, non solo per la sua grandezza e per il suo sfarzo ma anche per i personaggi che ne erano i proprietari e per coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione. Due furono i protagonisti del compimento di quest’opera, il barone Giuseppe Luigi Beneventano e l’architetto Carlo Sada, che modificarono e ingrandirono l’edificio “a sontuosa villa meglio confacente nello stile ad una villa baronale”. Siamo alla fine del IXX secolo, il periodo della “rinascita” del Palazzo, che ancora oggi è una eterogenea testimonianza di molti secoli di storia della Città di Lentini.
Nato a Carlentini il 13 novembre 1840 da una famiglia nobilissima, i suoi avi furono Principi alla Corte di Federico II di Svevia, dagli Orsini Orsilei, Giuseppe Luigi Beneventano fu Consigliere Comunale, poi Sindaco ed infine Senatore del Regno d’Italia. Personaggio di gran temperamento, contribuì alla rinascita dell’agricoltura e dell’economia in genere della città. Proprietario di molti palazzi fra cui appunto l’edificio qui davanti, nel febbraio del 1893, il Barone, incaricò uno degli architetti più famosi del tempo, l’architetto Carlo Sada, progettista di numerosi monumenti in Italia, fra cui il Teatro Massimo di Catania, dedicato a Vincenzo Bellini. Il Sada presentò, in prima istanza, un progetto che riguardava la totale trasformazione degli edifici esistenti e costituiti da due blocchi staccati tra loro: il primo blocco, costituiva la parte più antica, ove risiedeva la zona “nobiliare”, l’altro blocco, già area abitativa rupestre, dove vi erano i magazzini, le stalle, i depositi etc.
Il progetto, che prevedeva due piani fuori terra, era incentrato sull’adeguamento della parte più antica, sul lato nord-est. Successivamente su richiesta della famiglia Beneventano, l’architetto eseguì diverse varianti al progetto principale, fino alla scelta che è più vicina alla soluzione odierna, che prevede un solo piano fuori terra per la parte nord dell’edificio, quella che affaccia su questa strada: Via San Francesco d’Assisi, un tempo Via Monastero. I lavori però furono iniziati, ma mai completati; la tipologia dell’impianto edilizio, deriva dagli edifici turriti, la sua organizzazione esterna dei cortili è di forte richiamo allo stile mediterraneo.
Da questo ingresso, posto dinanzi Salita Puccetti, ed orientato verso nord, si accede alla Corte Principale, dai cui lati ci si immette all’Info Point, alla Sala Conferenze, al Centro Studi, alle Sale Expo, all’Osservatorio Astronomico e ad altre aree di servizio.
CENTRO STUDI NOTARO JAPOCO
(SPAZIO PER LA CULTURA DAL 1947 AL 1957- DAL 2016 AD OGGI)
il Centro Studi Notaro Jacopo, Costituito nel 1947, si è subito distinto per l’intensità del suo lavoro e per l’alta qualità delle sue iniziative, riconoscendo le coscienze intellettuali più attente e sensibili di tutto il territorio. Con il Centro Studi Notaro Jacopo, viene scritta a Lentini, una delle pagine più importanti e illuminate della storia culturale e non solo del territorio di Leontinoi; a darne vita per dieci anni, dal 1947 al 1957, fu Carlo Cicero, punto di riferimento stabile e autorevole, grazie al quale furono avviate le prime ricerche relative agli Scavi Archeologici della città antica.
Incontri, dibattiti, conferenze, concerti, rappresentazioni teatrali, costituivano una stagione ricca ed entusiasmante, conclusa formalmente, nel 1957.
Oggi il centro studi Notaro Jacopo è stato recuperato dal team di Badia Lost & found, lasciando immutato il fine principale incentivato dal suo fondatore, ovvero uno spazio culturale sempre aperto, un cuore pulsante di iniziative volte ad accrescere una rinnovata consapevolezza del mondo della conoscenza.
Il nuovo centro studi ospita una biblioteca tematica composta da oltre 1500 volumi di numismatica, oltre 3000 volumi di cultura generale, dalla narrativa alla storia, dall’arte alla geografia e molto altro ancora.
È possibile poter usufruire del centro studi, in ogni periodo dell’anno, per consulenza, ricerche, elaborazioni tesi di laurea, approfondimenti, o più semplicemente per dedicarsi del tempo libero leggendo un libro, sorseggiando un caffè e usufruendo del nostro servizio gratuito di wi-fi.
Orario di apertura al pubblico: martedì- giovedì: 16:00/19:00